Il sole può essere considerato come un buon vino, rinvigorisce ed a piccole dosi stimola. Ma se si esagera intossica e avvelena quindi, perché faccia bene, non bisogna abusarne». Ad esempio alcune patologie dermatologiche, peggiorano con l’esposizione solare (rosacea, lupus, orticaria solare) mentre altre migliorano (come la psoriasi o la dermatite atopica).Tuttavia anche se la luce del sole e l’acqua del mare possano essere utilizzate “a fini terapeutici”, è sempre necessario rispettare le regole basilari. Attenti ad evitare i danni che possono essere indotti dagli UV, tra cui l’aumento dell’incidenza dei tumori cutanei.
ole può essere considerato come un buon vino,rinvigorisce ed a piccole dosi stimola. Ma se si esagera intossica e avvelena quindi, perché faccia bene, non bisogna abusarne». Ad esempio alcune patologie dermatologiche, peggiorano con l’esposizione solare (rosacea, lupus, orticaria solare) mentre altre migliorano (come la psoriasi o la dermatite atopica).Tuttavia anche se la luce del sole e l’acqua del mare possano essere utilizzate “a fini terapeutici”, è sempre necessario rispettare le regole basilari. Attenti ad evitare i danni che possono essere indotti dagli UV, tra cui l’aumento dell’incidenza dei tumori cutanei.
Tuttavia bisogna sempre essere consapevoli dell’esigenza di applicare le regole di prevenzione del melanoma e dei tumori cutanei. La ricerca ha dimostrato che non bisogna evitare il sole, ma anche che è possibile trovare un equilibrio tra gli effetti benefici e i rischi dei raggi UV. Meglio non fare full immersion e applicare le protezioni solari per ridurre i danni, perché queste non incidono sull’effetto benefico dei raggi solari.
Basta una passeggiata di 20 minuti ogni 1-2 gg, in primavera, con il 25% della nostra pelle scoperta (immaginiamo con una maglietta a maniche corte ed un paio di pantaloncini ad esempio) per permettere la produzione della vitamina D di cui abbiamo bisogno. Da considerare anche le risposte che l’organismo dà all’esposizione solare. Le persone di carnagione chiara che pensano sia normale “arrossarsi al sole” e che una volta “scottati” ci si possa esporre al sole senza protezione: in realtà non sono consapevoli che l’arrossamento è già espressione di una ustione, e quindi un vero e proprio danno per la nostra pelle, e continuare ad esporsi al sole senza una protezione o con una protezione non adatta non fa che aumentare i rischi di melanoma. Anche l’abbronzatura, da molti considerata come una protezione “naturale”, in realtà è la risposta dell’organismo all’aggressione solare, nel tentativo di mitigare i danni da esso prodotti.
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Solari e prevenzione del melanoma, sempre di più la protezione solare entra nel protocollo di prevenzione di questo tipo di malattia… ci può dire quanto è importante? «Che il sole sia un fattore di rischio e la prevenzione passi attraverso la sensibilizzazione all’utilizzo corretto delle protezioni solari e dell’esposizione al sole lo dicono i numeri: l’Australia, uno dei paesi dove si registrano i più alti tassi d’incidenza del melanoma della popolazione caucasica (pelle chiara), dopo una puntuale campagna di sensibilizzazione e prevenzione basata sulla corretta esposizione al sole ha visto crollare i numeri. Con l’attenta protezione solare dei bambini e comportamenti giusti di protezione ai raggi UV durante le attività all’aperto, negli ultimi 10 anni si è registrata per la prima volta a livello mondiale una significativa riduzione del melanoma in soggetti di età compresa tra 15 e i 24 anni confermando l’incidenza, insieme all’ereditarietà, delle ustioni solari come fattore di rischio per i tumori della pelle».
La protezione solare dovrebbe essere applicata al volto e nelle zone foto-esposte tutto l’anno o comunque almeno da aprile a ottobre, questo vale soprattutto per le persone con pelle chiara. Oggi sappiamo che le radiazioni solari sono la principale causa dei tumori cutanei e se fino a qualche anno fa solo i raggi UVB (cioè quelli che penetrano meno nella cute) erano considerati cancerogeni, oggi invece anche i raggi UVA sono ritenuti responsabili dello sviluppo dei tumori cutanei. Gli UVB agiscono direttamente a livello delle cellule dell’epidermide, invece gli UVA provocano una ossidazione del derma con produzione di radicali liberi dell’ossigeno che secondariamente danneggiano il DNA delle cellule. È importante, per questo scegliere un solare ad ampio spettro che permetta di proteggere la nostra pelle dai raggi UVA ed UVB ma oltre alla scelta del fattore di protezione più adatto, legata al fototipo e alla presenza di fattori di rischio individuali, per essere sicuri che la protezione sia adeguata è fondamentale applicare la giusta quantità di prodotto.
È altresi importante porre attenzione ai cambiamenti che si verificano sulla pelle, alla comparsa di nuovi nei o al cambiamento di quelli già presenti. Infatti, se a scopo preventivo è utile in età adulta un controllo specialistico con dermoscopia (la cosiddetta mappa dei nei) l’autoispezione della pelle da parte del paziente è la principale prevenzione raccomandata dai medici quanto l’autopalpazione del seno per le donne. Dobbiamo abituarci a scrutare a fondo la nostra pelle. Almeno una volta ogni 6 mesi anche tra le dita dei piedi, quando si fa la doccia. Davanti allo specchio o con l’aiuto di uno specchietto o di qualche famigliare per le aree che non riusciamo a vedere, come il dorso, i glutei o il cuoio capelluto. Diceva un famoso dermato-patologo “Nessuno dovrebbe morire di melanoma. Questa provocatoria affermazione era fondata sulla constatazione che nonostante il melanoma sia considerato uno dei tumori a più alta malignità è l’unico ad essere già visibile nelle prime fasi evolutive e quindi la sua precoce asportazione consentirebbe una percentuale di guarigione vicinissima al 90% questo provoca un maledetto numero di evitabilissimi decessi.
L’American Academy of Dermatology suggerisce un piccolo alfabeto per imparare a distinguere tra nei e melanomi maligni ed individuare quello che viene chiamato da molti dermatologi come il “brutto anatroccolo”, il neo diverso da tutti gli altri.
A come Assimetria: la maggior parte dei melanomi ha una forma irregolare (assomigliano a isole dai bordi frastagliati viste dall’alto); i nei benigni sono generalmente circolari o comunque tondeggianti.
B come Bordi: i margini dei melanomi in fase iniziale sono spesso irregolari e frastagliati. I nevi benigni hanno bordi regolari.
C come Colore: i nei benigni hanno una colorazione omogenea varie sfumature di marrone o di nero sono spesso i primi segni del melanoma. Ma possono comparire rosso, bianco e anche il blu.
D come Dimensione: aumenti di dimensione, sia in larghezza sia in spessore possono essere segni di una trasformazione. I nei di nuova insorgenza sono di solito piccoli, i melanomi invece superano velocemente i 6 millimetri di diametro. E come Evoluzione: il neo è stabile nella sua forma; una macchia o un neo che continua a crescere diventa invece sospetta.
A queste 5 lettere vanno aggiunte la FG nel caso di un melanoma nodulare **F dall’inglese Firming = duro e G Grow = crescita veloce.
Il soggetto che ha avuto un melanoma deve seguire ancora più attentamente le regole che sono fondamentali per tutti coloro che amano esporsi al sole. Come quella di evitare le ore più calde, tra le 11 e le 16. Applicare la fotoprotezione prima di esporsi al sole (almeno 20 minuti prima) e sceglierla ad ampio spettro così che possa proteggersi sia dai raggi UVB che UVA grazie ad un alto fattore di protezione SPF 50 o 50+(schermo alto). Non esistono protezioni solari che possano filtrare completamente il 100% delle radiazioni solari. In Europa, da qualche anno la Commissione Europea del cosmetico ha raccomandato alle aziende di non indicare sull’etichetta schermo totale. Difatti ora viene utilizzata la dicitura 50+ . Riguarda tutte quelle protezioni che hanno un SPF superiore a 50 e che permettono di schermare il 98-99% degli UV, facendone passare solo 1/50 delle radiazioni. Un altro degli errori più comuni è quello di scegliere un prodotto con SPF alto e applicarlo una sola volta. Il numero elevato della protezione non prescinde dalla necessità di riapplicare il prodotto. La crema infatti va applicata ogni 2/3 ore e, se facciamo un bagno, stiamo seduti vicino all’acqua o sulla neve (riflettono raggi) più spesso».
L’abbronzatura “preventiva” non protegge la pelle da un’eventuale scottatura, né tantomeno dai danni a lungo termine dei raggi UV. Certo, la sensibilità della pelle al sole diminuisce con l’aumentare della pigmentazione cutanea, ma il pericolo di una scottatura solare è sempre dietro l’angolo, anche per chi è già abbronzato o per chi ha un fototipo naturalmente scuro.
Gli adulti possono approfittare del sole la mattina fino alle 11, e il pomeriggio dopo le 15: anche in queste fasce orarie, è consigliato applicare una protezione solare adeguata. I bambini, invece, possono stare al sole al mattino presto (dalle 7 fino alle 10) e nel tardo pomeriggio (dopo le 17).
Dalle 12 alle 15 è assolutamente sconsigliato stare sotto il sole: è il momento della giornata in cui la percentuale di radiazioni solari è massima e il rischio di insolazioni e scottature è altissimo. Se state passeggiando o facendo un’escursione e non potete mettervi all’ombra, ricordatevi di applicare una crema solare a protezione alta, proteggere la testa con un cappello e idratarvi bevendo molta acqua. In questo modo ridurrete il rischio di colpi di sole e scottature.
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